Il Manifesto del Progetto

PROGETTO PER L’AZIONE NELLA DIFESA DEI REALI DIRITTI DI DONNE, UOMINI E FIGLI.
PRIMA, DOPO E DURANTE LA SEPARAZIONE

*CONTRO GLI ABUSI ECONOMICI E PSICOLOGICI DI OGNI GRADO E ORDINE.

IL PRIMO OBIETTIVO È AGIRE E SUPPORTARE, SEMPRE!
METTENDO IN RETE TRA LORO GRUPPI E REALTÀ GIÀ ESISTENTI.

TRASFORMARE LE CATENE INVISIBILI CHE CI LEGANO E OPPRIMONO IN CATENE DI AIUTO
E DI SOSTEGNO; UNA RETE NELLA RETE, DAL NAZIONALE AL LOCALE PER AIUTI PRATICI, PSICOLOGICI ED EMOTIVI.

UNIRSI – NON UN È MOVIMENTO FEMMINISTA, è UN PROGETTO CHE SUPPORTA IL VALORE DELL’UGUAGLIANZA DI GENERE.

ESSERE PER LE DONNE NON SIGNIFICA ESSERE CONTRO GLI UOMINI!

CI SONO UOMINI E PADRI MERAVIGLIOSI, È IMPORTANTE RICONOSCERLO E RICONOSCERE CHE, AGENDO PER MODIFICARE LA SITUAZIONE ATTUALE, SI POSSA RAGGIUNGERE UN MIGLIOR EQUILIBRIO IN MOLTE COPPIE, AUSPICANDO CHE QUESTO POSSA ANCHE PREVENIRE FUTURI DIVORZI GRAZIE A UN MIGLIORE EQUILIBRIO, A UNA REALE GIUSTIZIA E A UN SEMPRE MAGGIORE RISPETTO ALL’INTERNO DELLA COPPIA E DELLA FAMIGLIA.

OBIETTIVI NEL DETTAGLIO:

AMBIRE A UNA SOCIETÀ NELLA QUALE LE MADRI POSSANO LAVORARE E I PADRI FARE I PADRI:

  • I RUOLI, LE MANSIONI, GLI IMPEGNI NEL E PER LA FAMIGLIA
    • Nel mondo del lavoro non arriveremo mai ad avere reali pari opportunità se non si incomincia a dare un peso e un valore al ruolo di genitore, sia durante che dopo il matrimonio.
    • Una società che riconosca nella famiglia UN PROGETTO, nel quale ciascuno ha (o ha avuto) il suo ruolo che DEVE essere riconosciuto ANCHE in fase di separazione… OPPURE, se questo non accade, occorre che la donna sia supportata sin dall’inizio del matrimonio, nella tutela di se stessa e dei figli.
    • MAI Più donne separate improvvisamente povere e con il carico dei figli mentre i padri continuano ad avere una vita agiata e sono presenti in minima parte nella vita dei figli senza occuparsi realmente della gestione.
    • Se nella vita coniugale le scelte famigliari hanno portato la donna ad occuparsi principalmente della famiglia e della casa, portandola ad una riduzione del suo lavoro o all’abbandono di esso, in fase di separazione, l’uomo deve continuare a mantenere il suo compito con REALE responsabilità. Inammissibile che il padre si occupi dei figli a weekend alterni e il mercoledì e non sia obbligato a corrispondere ciò che ha sempre determinato il tenore di vita di moglie e figli.

Se questa è la realtà di ciò che accade, occorre che le donne ne siano consapevoli sin dalla giovane età di modo che possano fare scelte REALMENTE CONSAPEVOLI.

STABILIRE SE I RUOLI NELLA FAMIGLIA SIANO REALMENTE INTERCAMBIABILI O SE CI SONO ASPETTI CHE DEVONO COMPETERE PRINCIPALMENTE A UN GENITORE E ALTRI ALL’ALTRO

  • Quando la coppia ha scelto di “dividersi i compiti”, privilegiando il lavoro retribuito di uno e riducendo o annullando il lavoro retribuito dell’altro, questo DEVE essere riconosciuto in fase di separazione. La parte economicamente fragile deve essere tutelata, soprattutto considerando che generalmente questa parte continuerà ad occuparsi dei figli in maniera predominante! Il lavoro fatto negli anni di vita insieme deve essere riconosciuto sin dal principio!
  • PRESSIONI E VIOLENZE PSICOLOGICHE: Il ruolo della donna nel matrimonio: mai più sentirsi dire “sei una mantenuta – pago solo io le spese di casa – non fai niente tutto il giorno – non ti curi abbastanza – sei ingrassata con la gravidanza – ecc.”
    Mai più un uomo deve sentirsi un escluso dalla vita dei figli.
  • I FIGLI DEVONO ESSERE REALMENTE TUTELATI SIN DALL’INIZIO DELLA SEPARAZIONE:
    non è ammissibile che ci siano padri che possono viaggiare, fare attività sportive e ludiche mentre i figli si ritrovano improvvisamente a vivere in ristrettezze economiche e debbano rinunciare a tutto ciò che facevano durante la vita matrimoniale (attività sportive, culturali, ludiche, dai corsi settimanali alla settimana bianca)
    LE MADRI SI RITROVANO AD AGGIUNGERE ALLE FRUSTRAZIONI E SOFFERENZE Già PRESENTI A CAUSA DELLA FINE DEL MATRIMONIO, BATTAGLIE PER TUTELARE I DIRITTI DEI FIGLI NEI CONFRONTI DEI PADRI… perché?
    Se non si ha REALE disponibilità economica, ci si deve TUTTI adeguare, non solo madri e figli!
  • L’ALTERNANZA DEVE ESSERE IN FUNZIONE DEI FIGLI E NON SOLO DELLE NECESSITÀ DEI GENITORI.
    La separazione è una scelta dei genitori che i figli subiscono. Partire da questo presupposto per far sì che i figli non diventino “pacchi” e la loro vita non sia racchiusa in una valigia!
  • SEPARARSI CON FIGLI DISABILI
    Portare alla luce le REALI difficoltà e l’impegno che avere un figlio con difficoltà comporta.
    Tutelare i figli e chi nella coppia ha l’onere di seguire la sua crescita o sostenerli in età adulta.

PIÙ VERITÀ E CHIAREZZA SIN DAL PRIMO RICORSO PER RIDURRE I TEMPI PROCESSUALI E TUTELARE LA PARTE DEBOLE

  • SIN DALLE PRIME FASI DELLA SEPARAZIONE, I PRIMI PUNTI DA INDIVIDUARE E APPROFONDIRE:
  • Le ragioni per le quali si è giunti alla separazione, le responsabilità della separazione devono avere un REALE peso!
  • LE VIOLENZE ALLE QUALI ASSISTIAMO CHE, ORMAI TROPPO SPESSO DI TRADUCONO ANCHE IN OMICIDI, derivano da squilibri (o patologie) che dovrebbero essere individuate all’inizio della separazione della coppia, occorre che, nelle separazioni conflittuali (e chiediamoci quali di quelle che sfociano nei Tribunali non lo siano?) occorre che vi sia sin dal deposito del 1° ricorso, un monitoraggio famigliare che possa individuare immediatamente abusi psicologici ed economici.
    Sin dal principio quindi, ci dovrebbe essere una supervisione tramite mediatore famigliare/testimone/psicologo esterno… se si arriva in Tribunale è perché la situazione è di grande conflittualità, altrimenti si raggiungerebbe un accordo pacifico e non servirebbe avviare una Separazione Giudiziale!
  • GRAVE CHE NON VENGA PIÙ CONSIDERATA LA “COLPA” che dovrebbe invece essere tradotta in RESPONSABILITA’. Il fatto che questo non venga considerato, porta la parte lesa, più debole, più fragile, più esposta, ad alimentare un grande senso di frustrazione e ingiustizia, ad aumentare le sofferenze e, spesso, si tratta della donna che si ritrova anche con il carico maggiore dei figli…
  • Devono essere considerate le pressioni psicologiche e economiche che hanno agito anche negli anni prima della fine del matrimonio, devono essere individuate e penalizzate.
  • In materia di Famiglia, chi dichiara il falso, o trova stratagemmi per allungare i tempi della separazione, deve pagare una sanzione allo Stato e risarcire la parte lesa; non è possibile che le cause comportino costi e tempi mostruosi per difendersi da ingiurie e che poi, tutto passa in cavalleria sotto la definizione di “sono scelte strategiche di difesa”… abbiamo a che fare con esseri umani, i figli nel mentre crescono e diventano maggiorenni e le ferite peggiorano!
    Deve essere considerato il tempo, le energie, le frustrazioni, che la parte lesa deve impegnare per difendersi da false dichiarazioni negli atti. Perde tempo e soldi sia lo stato che chi è coinvolto, una giusta procedura sarebbe quella di prevedere sanzioni nel momento in cui le falsità vengono smentite; sapendo di poter subire sanzioni, ci si atterrebbe tutti di più ai DATI DI REALTÀ e le procedure si snellirebbero notevolmente!
  • LE SENTENZE PROVVISORIE DEVONO PARTIRE DAL REALE TENORE DI VITA AVUTO SINO AL MOMENTO DEL RICORSO O DELL’INIZIO DELLA CRISI MATRIMONIALE.
    LE MODIFICHE ALLE SENTENZE PROVVISORIE DEVONO ESSERE RETROATTIVE DI DEFAULT. Se i figli, e le mogli, facevano sport, attività o terapie, questo deve essere da subito garantito. e anche le mogli; se i figli seguivano terapie concordate, devono continuare; se vi era presente un aiuto domestico e babysitter, deve essere garantito! Ecc. NELLA PROCEDURA DEVE ESSERE GARANTITO di tutto ciò che c’è, e c’è sempre stato e LA SOSPENSIONE DOVREBBE DIPENDERE DALLA DIMOSTRAZIONE DI EFFETTIVA MODIFICA DELLA SITUAZIONE ECONOMICA E NON IL CONTRARIO!
  • Obbligo a continuare a pagare mutui o prestiti condivisi se fatti di comune accordo in vita matrimoniale. Quante volte accade che una famiglia abbia la casa matrimoniale, la casa per le vacanze estive, 2 automobili, rate di prestiti ecc. SE TUTTO QUESTO ERA SOSTENUTO DALLE RENDITE ECONOMICHE DI UNO DEI PARTNER, colui che nella vita matrimoniale ha potuto proseguire la sua carriera e implementare così i suoi introiti, QUESTO DEVE CONTINUARE A GARANTIRE LA COPERTURA DI TALI RATE ANCHE SE IL BENE è INTESTATO ALL’ALTRO PARTNER! Oppure, la copertura economica di queste spese, deve essere inclusa nell’assegno di mantenimento al partner.
  • Il partner non lavoratore (o con piccolo stipendio) potrà contribuire alle spese in egual misura SOLO NEL CASO IN CUI VENGA DIMOSTRATO CHE INIZI AD AVERE UN REDDITO CONSISTENTE e un lavoro con contratto solido. La dicitura POTENZIALE LAVORATIVO NON Può CORRISPONDERE AD UN PRESUNTO REDDITO… E DEVE TENER CONTO DELLE REALI POSSIBILITÀ LAVORATIVE CHE OFFRE IL MERCATO DEL LAVORO!
  • INOLTRE Se si pretende che la donna continui a essere il principale riferimento della vita dei figli, non è pensabile che riesca al contempo a crearsi una vita lavorativa senza che i figli vengano condivisi almeno al 50% con i padri.
  • E’ POSSIBILE STABILIRE:
    • quali siano le mansioni e gli impegni nella gestione di figli e casa;
    • cosa significhi essere un buon padre e una buona madre;
    • definire cosa significhi supporto economico, emotivo e morale e stabilire in percentuale chi si occupa di cosa e quanto;
    • CREARE TABELLA CON MANSIONI reali con evidenza di tempistiche (es. la gestione della vita dei figli comporta tempo e organizzazioni che sembrano non essere mai calcolati…) non si può ignorare che ci siano moltissime attività che coinvolgono l’uso di TEMPO! Troppo spesso la gestione è solo delle madri e non viene mai riconosciuta.
  • CON IL SUPPORTO DI PROFESSIONISTI ESTERNI ALLA COPPIA E ASSEGNATI DAL TRIBUNALE SIN DAL PRIMO RICORSO, DEVENO ESSERE DETTAGLIATE:
    le violenze/pressioni psicologiche ed economiche che negli anni hanno reso una parte della coppia più fragile e impotente rispetto all’altra parte. Bisogna che le donne sappiano individuare e dare un nome a quelle “piccole” e ripetute violenze che nel tempo minano l’autostima, creano depressione, dipendenza, oppressione, ansia, panico, ecc.

TUTELA E SUPPORTO AL MONDO FEMMINILE DALLA GIOVANE DONNA ALLA DONNA MATURA:

  • Scelte consapevoli in giovane età, supporto nella separazione e dopo.
  • Supporto al reinserimento nel mondo del lavoro.
  • Supporto nel non dover lasciare il lavoro o limitare la propria carriera.
  • Rete di sostegno sia psicologico che pratico.

AMBITI PER PROPOSTE DI LEGGE:

  • Riconoscimento del ruolo mamma/moglie/compagna – padre/marito/compagno.
    • Tutela della donna che lavora e sostegno perché non debba abbandonare il lavoro per i figli (es. flessibilità orari di lavoro in base agli orari delle scuole statali, senza che questo penalizzi la carriera – asili nei luoghi di lavoro, ecc.)
    • Identificazione mansioni legate alla casa, alla famiglia, ai figli, impegno condiviso con il marito o impegno che deve essere riconosciuto.
    • Obbligo di versamento di contributi pensionistici per gli anni in cui la donna si è dovuta dedicare alla famiglia (altrimenti come si arriva alla pensione anche iniziando a lavorare a 50 anni?)
    • Garanzia del mantenimento di terapie psicologiche e fisiche, per la salute.
    • Calcolo stato patrimoniale iniziale, suddivisione equa in base al lavoro svolto da entrambi a casa e fuori casa.
    • Contratti pre-matrimoniali validi.
    • La rinuncia al lavoro retribuito da parte della donna deve essere riconosciuto in fase di separazione: quanto guadagnava lei? Deve essere la base di partenza per un mantenimento sicuro, questo soprattutto quando le condizioni economiche della coppia lo consentono.
    • Valutare il Potenziale Lavorativo alla quale la donna ha rinunciato negli anni, soprattutto se si parla di Potenziale Lavorativo ipotetico nella separazione.
    • Supporto al reinserimento nel mondo del lavoro: corsi di aggiornamento, corsi per ottenere qualifiche o diplomi, ecc. Valutazione delle competenze e individuazione ambito lavorativo nel quale la donna può essere inserita e il reale potenziale di guadagno. Se una donna è abile al lavoro, deve essere supportata nel riuscire a ricollocarsi nel mondo del lavoro. I corsi di aggiornamento o vengono garantiti dallo Stato oppure devono essere garantiti dal marito. Supporto economico garantito dal marito fino al momento in cui la donna non produca realmente reddito. Deve comunque essere considerato che una carriera avviata a 50 anni non possa avere i risultati che avrebbe avuto se la moglie avesse continuato a lavorare in giovane età.
    • Ottenere leggi che agevolino le imprese nell’assunzione di donne separate con i figli (incentivi).
    • Permessi di lavoro e maternità=a paternità
    • Tutela della donna, E DEL SUO LAVORO, fino al compimento dei 3 anni dei figli
    • Iter facilitato per creare nidi e asili aziendali, asili in casa per sostegno al quartiere.
    • Reali aiuti per il supporto allo studio (la scuola deve essere una reale risorsa per la famiglia) – le madri, anche separate possono essere di reale aiuto.
    • Definizione di quali sono le violenze psicologiche e pressioni economiche “sottili” presenti nella coppia durante e alla fine del matrimonio
    • ATTRIBUZIONE DIRETTA COGNOME DELLA MADRE AL MOMENTO DELLA SENTENZA DI SEPARAZIONE.
      Se hai figli alla nascita non è stato attribuito anche il cognome materno, al momento della Sentenza di Separazione o di Status, viene esplicitamente chiesto e resa immediata l’attribuzione del cognome materno ai figli.

ATTIVITÀ OPERATIVE:

Obiettivo: MAIPIÙSOLI -> INSIEME!

DAL SOSTEGNO PSICOLOGICO A QUELLO ECONOMICO, UNA SPALLA A CUI APPOGGIARSI, UNA MANO DA TENDERE, UNA OCCASIONE PER ALLEGGERIRE E FARE DUE RISATE.

COSTRUIRE INSIEME – PROTEGGERSI L’UN L’ALTRA, L’UN L’ALTRO – NON SIAMO SOLI CONCRETAMENTE!

DA UN LATO BISOGNA LAVORARE SULLA INFORMAZIONE E SULLA RISOLUZIONE PRATICA DELLE PROBLEMATICHE CHE DERIVANO DA UNA IMPOSTAZIONE DELLA SOCIETÀ E DELLA GIURISPRUDENZA CHE NON PROTEGGONO DONNE E FIGLI, E SPESSO ANCHE I PADRI; DALL’ALTRO LATO BISOGNA CREARE UN SISTEMA DI SOSTEGNO CHE AGISCA NELL’IMMEDIATO A 360° (A LIVELLO SIA PRATICO CHE PSICOLOGICO SIA DI “SEMPLICE” CONFRONTO E CONFORTO).

L’OBIETTIVO OPERATIVO PRINCIPALE è QUELLO DI METTERSI IN RETE!

CON LA CREAZIONE DI GRUPPI E SOTTO-GRUPPI:

  • Supporto al reinserimento nel mondo del lavoro (formazione, tutoring, aiuto con i figli, divisione equa con il padre, rete di sostegno create per quartieri/paesi)
    I nostri quartieri, le scuole, i parchi, possono diventare una reale risorsa e sostegno per le famiglie.
  • Sportello si sostegno nelle scuole (es. anche aiuto nel creare una rete; organizzazione attività ludico/ricreative per famiglie; indirizzi supporto psicologico/legale)
    Le scuole possono e devono diventare una reale risorsa e sostegno per le famiglie.
  • Supporto nell’affrontare iter di separazione (insieme) sia singolo che di gruppo:
    • aiuto nel cercare di evitare i Tribunali (quando possibile);
    • consigli su come tutelarsi prima di procedere al Ricorso
    • studio di una corretta strategia – i tempi dei Tribunali sono lunghi e bisogna esserne realmente consapevoli. Conosciamo oggi la nostra situazione, non possiamo prevedere cosa accadrà dopo la presentazione del ricorso, bisogna essere preparate sul cosa significa sentenza provvisoria, ecc.
  • Supporto pratico:
    • Case condivise per abbattere i costi
    • Gestione figli per attività extra scolastiche
    • Tornare ad una vita comunitaria del quartiere in cui viviamo per poterci sostenere anche nelle piccole cose del quotidiano
  • Attività di sensibilizzazione (sviluppo progetti e attività per sensibilizzare tutte le età):
    • libri bambini uguaglianza di genere
    • Collana Video per ragazzi
    • Convegni, tavole rotonde, piccoli eventi per mettersi in rete e condividere (sia locale che Nazionale)
    • Supporto alle giovani donne che si sentono costrette ad abbandonare il lavoro o a ridurlo
    • Mostrare alle giovani donne “che fine fanno” le donne sui 50 anni che hanno dedicato la loro vita alla famiglia – video, articoli, partecipazione a trasmissioni TV